Storie e storicisti: Corpi Santi e Cemento Profano

La conoscenza dei luoghi, specie laddove vi è mancanza di approfondimento come nell’ambito di Porta Sud in questione, è presupposto per il suo trattamento urbanistico, e non può certo bastare menzionare a caso qualche denominazione e copia-incollare estratti cartografici sulle presentazioni di intervento presi qua e là da precedenti studi e analisi dell’area ma senza i dovuti riferimento di ricerca e di contesto.

Tanto per citarli si segnalano altre cartografie che esplicitano quantomeno puntualmente le caratteristiche del territorio a sud di Bergamo fra Colognola, Campagnola e Boccaleone ovvero il Paltriniano sito paludato bonificato coi canali irrigui prima dell’anno 1000, notoriamente caratterizzato da un assetto di canali artificiali relazionati col torrente Morla fra cui la Guidana del 1200, da scoprire anzichè cementificare ulteriormente con Porta Sud.

Non basta certo menzionare strumentalmente come fa il progetto di Porta Sud i cosiddetti Corpi Santi per dimostrare che si è considerata la questione c e che strumentalmente in cambio di sviluppo volumetrico si metteranno qualche alberello o si affideranno progetti di mitigazione ambientale dopo averlo cementificato.

Perciò pare evidente che preservazioni come l’esempio Paugem non può che prendere le mosse da questa serie storica che dalla mappa del Sorte prima carta idrografica di bergamo riposta l’importanza di tale rete, sino alla recente (prima della fase di espansione edilizia che ne ha conservato almeno tale residuo originario sotto i binari) cartografia corrispettiva di inizio ‘900 per il Piano regolatore di Bergamo con le medesime presenze idrografiche.

Cosa che si mantiene a tutt’oggi potendole finalmente riscoprirle in parte, come si conviene a veri tutori della storia dell’ambiente e della persistenza agraria oltre che paesistica, e diversamente da chi le relega nelle trattazioni di corollario a giustificazione del compitino formale per non aver esperito e quindi farsi soccorrere dagli esperti ambientalisti e storicisti e allegarlo a futura  memoria al progetto di cementificazione di Porta Sud.

Non sorprende che o per misconoscenza, o silente adesione e tantomeno per partecipata condivisione chi per competenza oltre che a divulgare la conoscenza storico-ambientale e socio-culturale si conforti formalmente ricerche e approfondimenti atti a giustificare, a posteriori come per la propaganda di Porta Sud, un procedimento urbanistico di consumo di suolo.

Recentemente è già avvenuto per la demolizione della cascina storica della Bianzana e colla cementificazione del previsto parco pubblico a favore della espansione edilizia ex Ote, elementi spesso decantati nelle teorie ecologistiche e negli insegnamenti storici in quanto propri degli elementi valoriali agro-urbani, ma che in primis avrebbero potuto richiamarne la tutela e la preservazione dei contenuti identitari conformativi e performativi del contesto.

Quindi dal Morla che richiederebbe un recupero spondale nella zona ei binari dismessi, da cui Paugem esemplifica lo specchi d’acqua del sorridente profilo di città alta di fronte a Villa Cavalli, oggi clinica sanitaria, e che ad inizio ‘800 lo stesso architetto Simone Elia prevedeva di ampliare oltre la Guidana, alle rogge presenti o dismesse fra Roggia Nuova, la Vescovadella a lato del Morla, i vasi della Maddalena ancora presenti fra Boccaleone e persistenti sedimi agricoli attorno agli edifici scolastici, e non ultimo la Guidana stessa, conformatrice del tracciato di collegamento storico del Conventino col suo ambito agrario irriguo frontistante.

Per questo si auspica, più che saccenza e menzionamento storicistico, una ri-presa di consapevolezza del contesto che rappresenta l’ultima frontiera all’ondata urbanizzatrice dispersiva passata ma che pare rimontante per l’ennesima fagocitazione edificatoria in estensione senza giustificabile ed espressa necessità di togliere risorse e suolo integro al futuro di Bergamo.

In sostanza da una semplice consultazione libraria nota e pubblicata (assente nella proposta di Porta Sud)  è evidente rimarcare come ad esempio dalle carte dei Sorte del 1500 quell’incrocio fra Guidana con la sua strada medievale oggi via Gavazzeni e Morla sono evidenziabili e connotative sia a scala provinciale che cittadina e che le relazioni fra strade, e funzioni civiche e religiose fra cui istruzione, formazione ed assistenza sostenute proprio dai fondi agrari irrigui per secoli, mirabilmente ancora presenti e rivalorizzabili tutt’oggi, rimandano alle evoluzioni che gli insediamenti agrari e manufatturieri, dalla Chiesa di S. Maria di Sotto e del Sepolcro col monastero francescano poi Conventino-orfanatrofio e scuole professionali, alla Villa Cavalli poi Sottocasa e Gavazzeni, alla cascina storica dietro l’istituto Galli servito dai Vasi-canaletti irrigui sui fondi dell’Ospitale della Maddalena, alla fornace di fronte al conventino e quindi la fornace Murnigotti poi Patronato San Vincenzo, per finire alla Fabbrica di automobili Esperia poi istituto Paleocapa (che pur col suo recente museo storico Porta sud vuol demolire con tutto il resto verde), sono inestimabile patrimonio collettivo che merita consapevole attenzione e responsabilità di tutela e sviluppo agro-urbano a partire dal recupero del sedime naturalistico con i suoi pregevoli ed antichi impianti orticoli millenari ora frapposti ai dismessi binari ex scalo ferroviario.

Insomma Paugem esemplifica la continuità dell’impronta del verde e del blu che hanno alimentato e che possono continuare ad alimentare in tutti i sensi la Bergamo con-naturale, in una storia che prosegue resistendo alle istanze speculative improprie e fuori luogo delle politiche urbanistiche Comunali e Ferroviarie per Porta Sud.

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