Urbanistica a Bergamo Si direbbe Galleria Arte Moderna E Cemento! https://www.facebook.com/paugemportasu

GRAZIE DEL SERVIZIO, MA TORNIAMO ALL’AMBIENTE E ALL’IDENTITA’ LOCALE, RITUFFIAMOCI NELLA STORIA E NELLA NATURA.
IL FUTURO NON PUO’ ESSERE UN REMAKE DELLO STESSO CEMENTO.
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Commento exibart 2 20210513
Si direbbe Galleria Arte Moderna E Cemento!
Quel sito è il residuo di incredibile interramento del Torrente Morla su cui fu edificato nel boom edilizio indiscriminato. il palazzetto dello sport.
Altri tempi, altre sensibilità, altre caratteristiche di consapevolezza storica ambientale e partecipativa, ma oggi 2021 invece di cercare di rimediare oggi dismesso pare assurdo: con tutti i bla bla di ambientalismi e recuperi rigenerativi. In tante città sarebbe occasione di riscopertura e restituzione ecologica ambientale, pedonalizzando e relazionandolo con il latistante Parco Suardi e la ex caserma Montelungo ora sede universitaria in costruzione. Invece fa parte di quel monopoli urbanistico ove addirittura il nuovo Palazzetto sta andato a cementificare a sua volta verde agricolo e previsto a parco eliminando pure il rispetto monumentale cimiteriale e demolendo l’unica cascina storica plurisecolare con la cementificazione do Chorus Life. Palazzetto tagliato su un lato perchè per incastrarlo nell’ultimo verde disponibile, ma vicino al centro e quindi della miglior speculazione immobiliare possibile pubblico-privata, ha bisogno di palestrina separata di cementificazione dell’angolino residuo di via Serassi.
L’unica forma d’arte sarebbe assumere consapevolezza e identità, che certo i progettisti incaricati non potevano avere forse dalle indicazioni della committenza per progettarne all’interno la riconversione espositiva, e quindi non perpetuare questo aberrante volume e interramento dell’alveo Torrente Morla per farci i parcheggi sopra.
L’arte del togliere, del levare per scoprirci la forma, il luogo e lo spazio della storia, la vita che scorreva e può riprendere.
Ri-Land Art.
Gli errori si possono anche sistemare, chi persiste si rende cooperatore della cementificazione persistente e reiterabile che non si arresta.
Forse non è poi del tutto incongruo farla diventare il monumento della cementificazione coeva di quel periodo contemporaneo, pure lui passato, ove mentre gli artisti concettuali, materici, ecc. lavoravano a fianco di altri operatori della città di un’epopea cementificatoria indiscriminata.
Auguri a chi esporrà o verrà esposto nella bara di cemento della storia e dell’ambiente locale e identitario (vedi foto e cartografie storiche) ma col nuovo look internazionalista e globalista a sua insaputa.
Ecco dove spostando il palazzetto dello sport si è andato a cementificare altro verde
https://www.slideshare.net/AlfredoVerzeri1/soprintendenza-segnalazione-fotografie-cascina-bianzana20190304-chorus-life-bergamo-verzeri
Ecco dove le mirabilie rigenerative proclamate, invero mero consumo di suolo storico agro ambientale e paesistico, richiederanno i sedicenti ambientalisti del pianeta, ma non del luogo, e gli artistoni a piantare e arredare le coperture degli attici e dei garages (sugli orti ferroviari sgomberati da Ferrovie RFI che fa l’immobiliarista invece che occuparsi di pendolari) e da cementificate per 6 piani.
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Lo stato dell’intubamento non è dei migliori, richiede continue manutenzioni e i costi di pulizia sorveglianza coi limiti di sicurezza idraulica sono quanto un’eredità cementificatrice ci ha lasciato.

Ultima chiamata per recuperare questo luogo storico e ambientale meraviglioso, la Gamec troverà facilmente altra e più idonea e meno onerosa collocazione, e ripristinare la continuità territoriale col parco Suardi, rigenerare e valorizzare l’assetto edilizio di Via Alberto Pitentino, grande ingegnere idraulico del bergamasco e del mantovano, restituendogli onore e senso di dedica della via con un adeguato rispetto idraulico invece che la sua più nefasta negazione.

Com’era, come può tornare ad essere dopo una parentesi di copertura e cementificazione non rinnovabile nemmeno per la nuova sede GAMEC che non riconosce alcuna relazione col borgo Santa Caterina, la sua storia, la sua naturalità e la sua identità.

Circolo virtuoso di rigenerazione reale di verde. C’è spazio per sede nuova sede Gamec in ex Caserma Colleoni?

LA MORLA RIGENERA. In sostanza l’urbanistica è un insieme che tenta di gestire le dinamiche e i processi edificatori. Ogni azione ed elemento è correlato ed influisce sul tutto: la pressione cementificatrice e ricementificatrice (vedi palazzetto spostato su previsto parco verde di via Serassi in intervento in espansione ex Ote-Chorus Life) ha un’onda lunga non ancora interrotta dal consumo di suolo del boom edilizio, anche se da decenni è esuberante salvo che per pochi e de esclusivi interessi di rendita urbana vicine al centro. I quali proseguono proprio grazie alla cosiddetta collaborazione pubblico-privata con la quale formalmente si cerca di ridenominare i consumi di suolo con rigenerazioni urbane o ambientali. Ma la verità “geo-metrica” è una sola: o si aggiunge suolo libero alla occupazione esistente (finalmente si potrebbe ripristinare la copertura delle Morla e invasione del vecchio palazzetto) o mettere il verde di decoro sulle coperture degli edifici è mera cementificazione. Indipendentemente dalle propagande coloristiche sui render verdeggianti e dai pretesti intermodali del progetto di Porta Sud (che perlatro vorrebbe edificare anche agli argini della Morla invece che preservarne il verde agricolo storico esistente fra i binari dismessi). Il recupero della Morla induce un circolo virtuoso anche per il recupero caserma Montelungo, fra cui ipotesi di allocazione Nuova Gamec (densificazione?), che comunque avrebbe altri luoghi migliori da trovare e/o già considerati, e il non aumento di quota residenziale per universitari quando attorno vi è un tessuto storico e moderno già disponibile senza altra edificazione anzi con recupero virtuoso dell’esistente. Il Borgo d’Oro BLU-, si è sviluppato fra le acque, una sorta di “isola-to” fra la Morgula, il Fossatum Comunis Pergami (Roggia Serio Grande) da cui la Roggia Nuova, la Tremana. Può dirsi che il suo sviluppo sia stato determinato significativamente da queste risorsi e contesti idrici? Dal Galgario al ponte sulla porta delle Muraine, alla derivazione della Roggia Serio per la Nuova occorre cambiare passo, aldilà delle parole ambientaliste e buoni propositi, con scelte concrete e fattive di tutt’altro segno rispetto alla conferma cementificatoria del costoso rifacimento del palazzetto sport per galleria d’arte in mezzo allo stress del traffico moderno come quando inopinatamente si propagandava col celebre carosello-spot del Sig. Calindri. All’ennesima potenza si intende addirittura metterci un ristoro intero in mezzo alle strade sopra la copertura del palazzetto. Sorge quindi l’opportunità di riqualificare l’insieme del verde di Parco Suardi riqualificando via Pitentino e quindi gli interessi ed attività di tutto il Borgo. Gli esempi delle darsene di Mantova, guarda caso opera significativa del nostro illustre ingegnere idraulico Alberto da Pitentino, e della Darsena sul Naviglio di Milano appena recuperata dalla cementificazione anni ’60 simile a quella di Bergamo. Dalla nostra Bergorum ai primordi delle opere di canalizzazione e gestione idraulica del medioevo si apprezzava a Mantua come a Mediolanum e impiegavano queste competenze, altrove riconosciute e oggi valorizzare nella conservazione e recupero idraulico ambientale. La via dedicata al Pitentino che probabilmente col padre operò anche a favore delle reti d’acqua milanesi, ne è indegna da quando sia la Roggia Serio che la Morla sono state coperte, e quindi sarebbe coerente ridenominarla via Portland? Anche l’attuale strada di via Cesare Battisti e San Giovanni al Galgario (preservandolo meglio nella sua configurazione di punto di vista-belvedere collegandolo ad ex caserma e ripristinando la copertura originaria e protettiva in luogo del rimaneggiamento incongruo e deleterio della merlatura), e a via Verdi può essere rielaborata in quanto mero attraversamento in sede sotterranea per riqualificare la pedonalità e la continuità dell’unità ambientale originaria della pendice del colle di Città Alta all’alveo della Morla. Fra costi e benefici l’intervento di riqualificazione ambientale, socioeconomica, identitarie e culturale del Borgo e della Città, per interventi analoghi sono ampiamente giustificabili e fruttuosi. Specie se rispetto ai costi ingenti per cercare di infilare la nuova sede Gamec nel vecchio palazzetto dello sport, che resterebbe un’invasione urbana e senza relazioni e prospettive di contesto, ne spazi per attività esterne. Interrompere il circolo vizioso di scambi e trasferimenti volumetrici per servizi a supporto di operazioni meramente immobiliariste in espansione edilizia e consumo di suolo, anche se definiti rigenerazioni urbane dai promotori pubblico privati e dai media di loro esclusiva propaganda, e tornare al ciclo virtuoso fra riconoscimento storico e ambientale quindi sviluppo coerente delle risorse territoriali che passa anche attraverso il saper rimediare a errori o situazioni deleterie sussistenti. Forse non tutti i mali vengon per nuocere, la civitas italica ne ha saputo far tesoro, e chi sa riconoscere e correggere possibili errori in corso è oltremodo più meritorio. Siamo tutti corresponsabili: la nostra città saprà cogliere l’occasione e trasformare il suo peggior scempio ambientale (con tutto il riguardo del contesto passato, ma oggi è questo), in miglior risorsa rigenerante?