PORTA “Cemento a” SUD?

PORTA SUD così denominata, è il persistente tentativo di edificare un area oltre i binari della stazione sin da almeno mezzo secolo, con diverse finalità legate al motivo di sfruttare la posizione e la frequentazione selle stazioni per la città, treno, bus, metro, che tuttavia permane a partire dalla condizione di espansione edilizia ormai desueta e che ha già cementificato tutto il piano di questo contesto salvo l’ultimo residuo storico e naturalistici di un certo rilievo nei pressi del centro della città.

PAUGEM non intende contrapporsi con la retorica ambientalista od ecologista, ma da semplice disamina di luoghi, storia e componenti infrastrutturali, espone aperte critiche di metodo e di merito, consapevole che la copiosa squadra di sostegno tecnico progettuale, e la estesa rete di costruzione del consenso politico, accademico ed associativo è strabordante rispetto alle proprie possibilità di elaborazione.

Tuttavia basta poco per riconoscere che i binari dismessi non sono affatto da considerarsi area cosiddetta dismessa e da rigenerare come per norma in nuova volumetria e consumo di suolo, ancor peggio per i terreni agrari di via Tommaseo.

Basta poco per capire che realizzare un raddoppio interrato di Via Gavazzeni non serve a meglio connettere il centro di scambio intermodale a nord della stazione collegando in continuità viale Papa Giovanni, ma a servire gli interrati delle previste edificazioni residenziali e commerciali di cui nessuno degli interventi infrastrutturali ha bisogno, tantomeno le Ferrovia dello Stato che semmai dovrebbero restituire alla città una porzione verde di territorio dopo averla utilizzata per scalo merci, recuperando così un valore verde di estremo rilievo urbano ed ambientale.

Basta ancor meno vedere come dai parcheggi in testa alle pensile autolinee di pochi anni orsono, dal sistema dell’urban-center e piazzale Alpini appena intrapreso sempre in dispregio delle architetture moderne che li caratterizzavano, dal rinnovo stazione con l’avulso cilindro di accoglienza turistica, dal recente parcheggio ex gasometro, Porta Sud ricambia ancora tutto, e lo si introduce senza un confronto urbanistico di pianificazione generale, oltre che in contraddizione con lo stesso dato che il sistema di connessione intermodale non viene risolto e connesso per continuità col centro e città alta.

Basta poco per notare con semplice analisi geometrica come Porta Sud aldilà di qualche ricamo verde e scenografia render o coloritura fotoritocco voglia far apparire come parchi, addirittura tre, le coperture dei garages o dei binari (chiamata collina urbana addirittura, ma ai paesaggisti piace così) quando sono strati di livelli di cemento oltre agli edifici soprastanti, fra cui scuole o altri servizi di cui sino a ieri mai si era sentito esprimere necessità.

Basta poco per capire che se si edificassero tali volumetrie il mercato stesso immobiliare della città verrebbe svalutato ulteriormente limitato per tanti piccoli utenti ed operatori attività di recupero e rivalorizzazione anche socioeconomica.

Progresso e futuro non è il disfare o annientare attività altre come in questo contesto agro-ambientale per sostituirlo con pseudo-parchi o altre presunte più nobili attività di ricerca, istruzione ecc. sebbene con denominatore comune di aumento volumetrico su consumo di suolo, ma sviluppare le prerogative dell’esistente specie se radicato e storico come questa persistenza agro urbana, tanto decantata magari per recenti minuti interventi orticoli, mentre quivi fra i binari sgomberati in misura enorme.

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