Ricerca, consapevolezza, riappropriazione e progetto

Intervenire sull’ultimo presidio verde al centro (riferito all’espansione dell’edificato che in tal modo lo configura) richiede un surplus di approfondimento storico, socioculturale, urbano che Porta Sud ha evitato e che del pari sembra non interessare a nessuno dei cultori dei temi ambientali, storici, agrari, didattici, ecc..

Ma le rilevanze sono eclatanti sia nella costituzione storica e civica dei siti, sia nella composizione fra sistema di acque e naturalità agronomica, sia nella condizione paesistica di reciprocità del territorio urbano e periurbano.

Vero che la cinta muraria e l’inaccessibilità al prato verde dei binari dismessi dello scalo merci, per decenni comunque attivi incluso notevoli aree orticole man mano sgomberate, che i sedimi delle acque storiche parzialmente coperte o in disuso possono non rendersi evidenti nella memoria collettiva e nel loro riconoscimento che i cittadini possono ora riconsiderare, per riappropriarsene come facoltà di considerazione urbana prima di lasciarla ai demolitori della storia e del verde agrario come è tutto il sedime dei binari dismessi salvo la loro semplice rimozione.

Rigogliosi e produttivi da sempre e da prima della formazione dello stesso pianale di giacitura per binari, tanto da rappresentare l’intervento più cospicuo per la manutenzione a prato del sito.

Una modalità che se per un verso si vuol giustificare come pulizia e sicurezza dall’altro pare essere quello di cancellare questa prerogativa colturale ed ambientale per non renderla percepibile nella fase di inserimento volumetrico speculativo che non pare sia il compito di un’azienda pubblica tenuta a far funzionare i treni e non a rendere edificabili i terreni dismessi.

Per Questo PAUGEM si propone di rendere note le caratteristiche e potenzialità del sito affinchè la consapevolezza e la fruizione sia resa aperta e accessibile nel costituire presa di coscienza di un patrimonio territoriale notevole e di collettivo interesse che si reputa ben superiore e proficuo anche nelle attività di rigenerazione territoriale sull’esistente senza nuovo consumo di suolo o fittizie coperture verdi e mascherate cementificazioni degli strati interrati.

Il progetto come metodo di indagine è un’occasione per confrontare le alternative in campo e sollecitarne altre verso un consapevole confronto che non può essere dettato da indimostrate necessità di sistemazioni intermodali che altresì Porta Sud pare complicare, non risolvendo il collegamento diretto oltre la stazione e riproponendo il medesimo intricato percorso ad anello attorno alla stazione, e addirittura l’interramento di una minore dotazione di piazzole bus da accedere in attraversamento con improprio percorso sottosopra a sud dei binari, distaccandolo dalla connessione a raso e diretta degli utenti coi Teb, bus di città e treni stessi, oltre che il grosso del flusso del trasporto individuale automobilistico e ciclabile.

Si nota che l’enfasi del termine Polo Intermodale per il collegamento con l’aeroporto non è nient’altro che un segnale di partenza e arrivo da uno dei binari esistenti e che percorrerà l’attuale tracciato verso Brescia, rispetto al quale PAUGEM propone la bretella di raccordo con la circonvallazione.

Certo qualsiasi proposta dovrebbe avere una valutazione oggettiva super partes di funzionamento viabilistico, come detto per confronto fra alternative nel merito infrastrutturale indipendentemente dalle mire edificatorie dei vari soggetti pubblici e privati.

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